Le API stanno cambiando il modo di intendere il Web. Ovviamente non mi riferisco agli insetti a strisce gialle e nere che fanno il miele, bensì alle Application Programming Interfaces.
Semplificando, sono un insieme di tecniche che consentono ad applicazioni software di colloquiare e interagire tra loro. In modo più rigoroso, le API definiscono come i programmatori possono utilizzare una particolare caratteristica di un sistema software all'interno delle proprie applicazioni.
Le API di Windows, ad esempio, possono essere utilizzate dai progettisti e dai programmatori per gestire finestre, processi, utilizzare il file system, la rete, ecc... all'interno delle proprie applicazioni. Al programmatore non interesserà sapere come le API interagiscono con il sistema sottostante e con l'hardware. Le API infatti mascherano tutti questi dettagli, fornendo una interfaccia comune alle risorse che si intendono utilizzare.
Ovviamente il concetto di API esiste da molto prima della nascita del Web. Ma è sul Web che le API stanno rapidamente rivelando a tutti la propria potenza. Da oggetti “misteriosi” per specialisti, stanno diventando interessanti opportunità per un numero immenso di progettisti e sviluppatori Web ma anche per webmaster e blogger. Avrete di certo sentito parlare delle API di Google. Molti di voi magari avranno anche provato ad utilizzarle. Ma esistono anche le API di Amazon, di eBay, di Flirk, Yahoo, Youtube e così via. La disponibilità di tutte queste API sta cambiando profondamente Internet e i relativi scenari digitali. La possibilità di creare applicazioni combinando insieme dati e servizi offerti da più fonti, sta di fatto dando vita ad una nuova generazione di sistemi e di siti Web. Questa è una tecnica comunemente detta Mashup, e il risultato sono nuovi Sistemi Web che si avvalgono anche di servizi messi a disposizione da terze parti.
Amatoriali o “business oriented”, in ogni caso si parte dai singoli servizi cercando di creare valore aggiunto.
Il Mashup si trasforma così in una interessante opportunità per i vari soggetti coinvolti. Le API infatti, permettono a progettisti e a webmaster di inglobare nei propri sistemi Web servizi di terze parti molto spesso non implementabili in nessun altro modo. Ma è anche (ovviamente) una opportunità per il “produttore” del servizio. Non dimentichiamo infatti che chi mette a disposizione le API è innanzitutto un fornitore di dati e informazioni o di servizi su dati e informazioni. A volte è esso stesso il “produttore” di tali dati e informazioni digitali. Ossia di quel ristretto genere di prodotti che possono viaggiare ed essere consegnati a destinazione direttamente attraverso la Rete.
La diffusione dei dati ufficiali di un Paese da parte degli Istituti e degli Enti preposti ha conosciuto uno sviluppo ed una evoluzione senza precedenti dopo l'avvento di Internet. La diffusione è diventata “elettronica”, le pubblicazioni su carta che avevano cominciato a lasciare il posto in un primo momento a floppy disk e CD, sono passate pian piano on-line. E on-line sono nati sistemi informativi più o meno sofisticati dedicati alla diffusione dati, dove all'utente viene data non più soltanto la possibilità di scaricare pubblicazioni, file e tavole di dati ma anche di selezionare parametri attraverso più o meno facili interfacce Web per interrogare in tempo reale complessi data base ed ottenere i dati desiderati.
Tutta la diffusione elettronica dei dati, sin dall'inizio, è stata concepita pensando all'utente come ad un essere umano. E' l'utente che si collega ad Internet, accede al sito Web, eventualmente si autentica, naviga col mouse all'interno del sistema, seleziona parametri, scarica dati e così via. Sono rarissimi invece i casi in cui l'accesso ai dati viene consentito ad applicazioni Web attraverso l'esposizione di API o Web Services. Questi ultimi sono delle API particolari che vengono implementate esclusivamente sul Web. In un contesto globale in cui i dati ufficiali dei singoli Paesi, dell'Europa, delle Organizzazioni Internazionali entrano nei cicli di produzione di altri Enti ed Organizzazioni, pensare anche di permettere direttamente alle macchine e alle applicazioni di approvigionarsi di questo tipo di dati significa certamente guardare avanti, preparandosi per tempo a quelli che saranno a breve i nuovi scenari digitali. In attesa di ciò, ne approfitto per mostrarvi un esempio di Mashup tra le mappe di Google e i dati più recenti Istat sulla popolazione legale in Italia a livello comunale. (clicca QUI)
E' un piccolo esempio realizzato ormai più di un anno fa, ma sono certo che potrà dare una idea di quali potranno essere un giorno, sono sicuro non molto lontano, le nuove frontiere della diffusione elettronica dei dati.
E' un piccolo esempio realizzato ormai più di un anno fa, ma sono certo che potrà dare una idea di quali potranno essere un giorno, sono sicuro non molto lontano, le nuove frontiere della diffusione elettronica dei dati.
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