mercoledì 29 luglio 2009

Buck Owens e il Bakersfield Sound (I parte)

Texas, contea di Grayson, dove il Red River separa il Lone Star State dall’Oklaoma. A Sherman, capitale della contea, il 12 Agosto del 1929 nasce da una famiglia di agricoltori Alvis Edgar Owen Jr.. I suoi genitori, Alvis Edgar Owens Senior e Maicia Azel Owens lavoravano infatti come mezzadri.
Come ebbe a dire anni dopo raccontando della sua infanzia e della sua famiglia: ”[…] eravamo mezzadri, eravamo un po’ di tutto. […] Il padrone metteva il seme e la terra e noi mettevamo il lavoro. E si riceveva una parte di ciò, abitualmente il 50% del profitto, e a volte non c’era molto profitto da dividere […]”.
Alvis Edgar Owens era il secondo di quattro figli. All’età di 3-4 anni, entrò in casa e sorprendendo tutti disse ai presenti che si sarebbe chiamato Buck, come il mulo che avevano nella fattoria.
Pensando alla determinazione che lo avrebbe contraddistinto negli anni a venire, la scelta del nome
aveva in sé qualcosa di profetico. E da quel momento, quel nome non lo avrebbe più abbandonato. Siamo negli anni 30, il periodo della grande depressione economica. Un periodo difficile per tutti, in particolare per le aree rurali del Texas e dell’Oklaoma. Questo spinse migliaia di agricoltori e contadini ad emigrare ad Ovest.

Nel Novembre del 1937 toccò anche alla famiglia Owens raccogliere le proprie cose e partire verso Ovest in cerca di un futuro migliore. Alvis Owens Senior costruì un rimorchio per poter viaggiare con la sua famiglia e con alcuni loro parenti. Un totale di 10 persone ammucchiati in una Ford del 1933. Durante il viaggio si fermavano soltanto per magiare e dormire, ma nei pressi di Phoenix il rimorchio cedette per il troppo carico, costringendoli ad interrompere il viaggio. Ora a Mesa, un sobborgo di Phoenix la famiglia Owens aveva alcuni parenti. Decisero quindi di fermarsi lì e cominciarono a fare gli stessi lavori che avevano sempre fatto in Texas. Cominciarono a lavorare in un caseificio in Arizona e in alcuni frutteti. Occasionalmente si recavano nelle ricche aziende agricole della San Joaquin valley in California a raccogliere verdure vicino Tracy, pesche nella zona di Modesto, carote a Porterville e cotone e patate a Bakersfield.
Questa vita dura, fatta di sacrifici, di disagi e di privazioni influirono in modo determinante sul carattere del giovane Buck.

Stava acquisendo pian piano quella grande determinazione che lo avrebbe portato di lì a poco a cambiare completamente vita. Non sapeva ancora cosa avrebbe fatto esattamente. Di certo non
aveva alcun dubbio su cosa non avrebbe fatto. Voleva infatti una vita migliore. Ma vediamo come
lo stesso Buck definisce quel periodo della sua vita a Mesa.

“Là era dove il mio sogno cominciò a prendere forma. Non dover raccogliere cotone e patate, non dover vivere nel disagio, avere o troppo caldo o troppo freddo. […] Ricordo che da bambino soffrivo molto il freddo. E a volte anche la fame. Andavo a letto dopo aver mangiato pane e latte e ricordo che indossavo scarpe con i buchi nella suola. E ricordo anche che le scarpe avevano lo spago al posto dei lacci. […] Ricordo che indossavo vestiti di seconda mano. […] Ma ricordo che dicevo a me stesso che quando sarei diventato grande non sarei andato a letto affamato, non avrei indossato abiti usati. Quando sarei cresciuto non mi sarei fatto tagliare i capelli a casa da mia madre […]. Avevo paura di dover vivere una vita così, sebbene ero consapevole che almeno la metà dei miei compagni di scuola erano come me.”

Le necessità di lavoro della sua famiglia fecero si che Buck fosse costretto a cambiare spesso scuola. Comunque, buona parte del suo sogno di una vita migliore prende forma proprio lì tra i banchi. Non amava fare i compiti ma amava tantissimo cantare ed effettuare piccole esibizioni. E cercò sempre di essere coinvolto maggiormente in questo tipo di attività scolastiche. “Stavo cercando di diventare qualcuno” disse poi.

Buck aveva 13 anni e a scuola aveva appena completato l’ottava classe. Nell’estate del 1943, durante le vacanze estive cercò un lavoro e non ebbe difficoltà a trovarlo. Infatti la II Guerra mondiale aveva fatto si che la maggior parte degli uomini indossasse una uniforme per andare a combattere.
Per Buck l’aver cominciato a guadagnare fu l’inizio di una grande svolta nella sua vita. Alla fine dell’estate cominciò a frequentare la nona classe, ma questo durò soltanto per pochi mesi. Quando infatti soldi che era riuscito a mettere da parte terminarono, decise di lasciare la scuola ritornare a lavorare. Riuscì a convincere sua madre a lasciarlo fare, promettendo che avrebbe lasciato la scuola solo temporaneamente. In realtà non ritornò più in classe. La sua vita cominciò pian piano a prendere una direzione che lo avrebbe portato a diventare quel grande artista che oggi conosciamo. Lavorò come fattorino alla Western Union ma si dava da fare anche lavando automobili e caricando e scaricando frutta.

E la musica comincia pian piano ad occupare una parte rilevante della sua vita. Musica che non era affatto estranea in famiglia. Il padre di Buck suonava l’armonica, la madre sapeva suonare il piano mentre due suoi zii si dilettavano con la chitarra. Buck ascoltava la musica Bluegrass e la musica delle string band attraverso alcune radio che trasmettevano dal confine messicano. Dorothy, la sua sorella minore contribuisce alla crescita musicale di Buck spingendolo ad ascoltare la musica di Bob Wills, T. Texas Tyler, Moon Mullican e Ted Daffan.
Quel natale Buck ricevette un mandolino come regalo dai suoi genitori. Più tardi suo padre gli procurerà la sua prima chitarra. L’effetto fu quello di accrescere il suo interesse per la musica. Non doveva più limitarsi infatti ad ascoltare la musica degli altri, ma con gli strumenti poteva egli stesso fare musica. E non ebbe bisogno neanche di un maestro per imparare. I suoi maestri furono la radio, le registrazioni che ascoltava e tutti coloro con cui poteva suonare a casa. Dirà poi sua sorella Dorothy, riferendosi alla sua capacità di imparare: “Era come una spugna. Assorbiva da tutto e da tutti”.

A 16 anni Buck si unisce al diciannovenne chitarrista Theryl Ray Britten e con lui prepara uno spettacolo di 15 minuti che veniva trasmesso attraverso la radio KTYL a Mesa. Non erano pagati per questo, ma attraverso la radio ebbero modo di farsi conoscere e di suscitare curiosità ed interesse nella gente. Non era raro infatti che gli studi della KTYL si riempissero di persone che desideravano vederli attraverso i vetri mentre andavano in trasmissione.
Suonavano anche nei locali Honky-Tonk, ma in questo caso solo se il barista gli offriva da mangiare. Alla fine si stabilirono in un locale Honky Tonk di Phoenix conosciuto con il nome di
Romo Buffet. Il duo “Buck e Britt” si trasforma per l’occasione in un trio in quanto entra a far parte della formazione anche un trombettista.

Riuscivano a raccogliere dal pubblico attorno ai $100 a serata, dipendentemente da quanta folla c’era ad ascoltarli. Di questi soldi loro trattenevano il 10% che poi dividevano in tre parti uguali..
La curiosità e l’interesse di Buck verso la musica cresceva in continuazione. E i suoi genitori cercavano per quanto possibile di accontentarlo. Infatti, quando riuscì ad avere una steel guitar elettrica, suo padre adattò una vecchia radio per farla funzionare come un amplificatore.
In questo periodo il suo idolo era Jimmy Wyble, il chitarrista country jazz dei Texas Playboys di Bob Wills. Più tardi diventerà un fan di Merle Travis.
Nonostante tutto, i suoi genitori avevano comunque dei dubbi sulla vocazione del figlio, dubbi che
nascevano dal fatto che Buck era ancora minorenne.
“Mia madre e mio padre non gradivano che suonassi nei locali. Non si resero mai conto, e neanche io al momento, di quale grande opportunità mi si fosse presentata, essendo stato capace di guadagnarmi da vivere mentre stavo imparando il mio mestiere. Ma questi erano i loro sentimenti quando andavo a suonare musica in posti in cui la gente beveva.
Ricordo che potevo guadagnare circa $5 raccogliendo cotone tutto il giorno. E guadagnavo gli stessi soldi in questi locali ogni notte, dove era caldo d’inverno e fresco d’estate.”

Un incontro importante fu quello con Mac MacAtee, proprietario di una pompa di benzina che ogni pomeriggio per un’ora mandava in onda registrazioni di musica country sulle radio locali.
Fu importante non solo perché Buck cominciò a suonare la steel guitar nella sua band, i Mac’s Skillet Lickers, ma anche perché è lì che incontra Bonnie Campbell, una aspirante cantante che entrerà negli Skillet Lickers ma che soprattutto diventerà sua moglie e gli darà due figli.
Sebbene avesse solo 19 anni, ora Buck Aveva una famiglia tutta sua da mantenere. E la manteneva non solo suonando ma anche facendo il camionista. Diventò molto amico di un altro camionista ed aspirante cantante: Marty Robinson, che cantava le canzoni di Eddy Arnold con il nome di Marty Robbins.
Nel Maggio 1951 Buck e Bonnie decisero che a Phoenyx avevano in qualche modo fatto tutto quello che per loro era possibile fare. Decisero quindi di spostarsi a Bakersfield, California, 100 miglia a nord di Los Angeles. Era questa una zona ricca di industrie petrolifere e terreni coltivati, molto più che in Texas o Oklaoma. Per questo motivo era diventata il rifugio ideale per tanta gente bisognosa di lavorare in seguito alla crisi degli anni 30 e 40. I genitori di Buck si spostarono lì più tardi.

Bakersfield vantava una solida situazione a riguardo della Country Music. Bob Wills aveva lavorato molto lì durante i suoi anni in California e sia The Maddox Brothers & Rose e il cantante Felin Husky (conosciuto anche come Terry Preston) erano di casa lì. Una volta a Bakersfield, non ebbe molte difficoltà ad unirsi ad una Band capeggiata dal chitarrista steel Dusty Rhodes.
In quattro mesi riuscì ad entrare nei “Bill Woods e The Orange Blossom Playboys”, la band di casa del Blackboard, il più importante Country Music Night Club di Bakersfield.
E il Blackboard fu la sua seconda casa per ben 7 anni, fino al 1958. Come la maggior parte delle band western dell’epoca, i Playboys suonavano un po’ di tutto: Country, Rhythm and Blues, Polka, Pop e a volte anche Rumba.
Buck suonava come chitarra principale e fu sorpreso quando lo stesso Woods gli chiese di cantare. Poiché cantavano senza monitor dovette imparare velocemente ad impostare la voce.
Bisognava infatti cantare il più forte possibile avendo il microfono dritto d’avanti, sperando di sentire abbastanza l’eco della voce che usciva dalle casse principali.

Dorothy Owens dirà poi che Buck, che nel frattempo si era separato da Bonnie e si era trasferito a casa con i suoi genitori stava ancora cercando di diversificarsi musicalmente. Imparò a suonare il sassofono e lei ricorda il suo straordinario orecchio musicale. “Mamma ed io facevamo un piccolo gioco con Buck. Lui era in un'altra stanza e mamma o io suonavamo una nota sul piano e lui doveva dirci di che nota si trattasse.

La nuova musica lo portò a cambiare chitarra. Sostituì la sua Gibson L-7 archtop elettrificata con una Fender Telecaster, una nuova chitarra rivoluzionaria presentata da Leo Fender nel 1950.
Il suo suono, ottenuto fissando le corde al corpo della chitarra era triplicato e pungente. Buck comprò per $35 una Tele usata da Lewis Talley, un cantante country locale. E sarà proprio la Telecaster che avrà un ruolo fondamentale nel futuro musicale di Buck.

L’ascesa di un altro artista di Bakersfield fu una opportunità per Buck. Il musicista Ferlin Husky, che lavorava per l’etichetta discografica Capitol, aveva aiutato il cantante Leonard Sipe, meglio conosciuto come Tommy Collins ad ottenere un contratto discografico nel 1953.
Ferlin suonava la chitarra nella prima sessione di Collins, ma prima della seconda abbandonò la
Capitol grazie all’improvviso successo che ebbe un suo brano. Tommy aveva bisogno così di un
chitarrista e Ferlin chiese a Buck di sostituirlo.
L’8 Settembre del 1953 era negli studi della Capitol di Melrose Avenue a Los Angeles, a registrare “You better not do that”. Era il primo hit di Collins e raggiunse il secondo posto nella classifica nazionale. Ken Nelson, il responsabile della Capitol per quanto riguardava la musica Country, sentì qualcosa di speciale nella chitarra di Buck, nel suo stile e nel suo ritmo. Quell’anno Buck e Bonny divorziarono ma rimangono amici dividendosi la custodia dei due figli.

Buck continuava a suonare al Blackboard con Bill Woods. Nel 1954 Jack Macfadden, che diventerà il suo manager nel 1963 era al Blackboard con Tommy Collins per discutere il primo tour nazionale del cantante. “Era domenica pomeriggio e il posto era pieno. Io e Tommy sedevamo e guardavamo ognuno della band fare le loro cose. Buck cominciò a cantare e io guardavo il modo in cui la gente reagiva a quello che stava facendo. Tommy voleva chiamare Buck per portarlo in Tournee come chitarrista. Buck Owens stava per diventare una stella”.

Buck si recò con Collins al Grand Ole Opry nel 1954 per accompagnarlo nella esibizione di “You better not do that”. Lavorò soltanto per un breve periodo come chitarrista di Collins prima di ritornare al Blackboard.